Sono passati dieci anni: la vicenda Lehman Brothers 2008 ha segnato la nostra storia più recente dipingendo una delle crisi immobiliari (e non solo) più profonde degli ultimi decenni.

A distanza di 10 anni è perciò interessante capire quali sono le ripercussioni e quale è lo scenario attuale confrontato con quello di un tempo.

crisi Lehman Brothers 2008 la mappa del mondo
Un grafico tratto da Wikipedia che mostra in rosso i paesi più coinvolti nella crisi del 2008 (quelli segnati in rosso vivo, che hanno avuto più di 3 mesi consecutivi di recessione)

Iniziamo da un punto di base: in Italia il mattone è da sempre considerato il rifugio più sicuro, il ‘dove mettere i soldi’, perché il nostro paese non guarda all’affitto a vita come succede in molti altri stati del mondo ma basa la fiducia nel futuro sul possesso della casa, almeno di una prima casa.

Ecco perché il livello, o meglio la quantità di compravendite immobiliari che avviene annualmente in Italia è spesso considerata come la colonnina di mercurio che va ad indicare l’andamento generale della nostra economia.

Lehman Brothers 2008 – Oggi: come va il mercato?

Un dato di fatto è questo: ci stiamo ancora riprendendo dagli anni scorsi e solo in questi ultimi periodi ci stiamo riavvicinando a livelli pre crisi.

Dati alla mano, pensiamo che nel 2008 le compravendite immobiliari erano circa 660.000 e sono scese drasticamente, aggirandosi attorno alle 400.000 nel 2012, uno degli anni più bui, in cui le ripercussioni della crisi si sono fatte ben sentire a livello nazionale.

La prima inversione di tendenza si è quindi fatta vedere nel 2016, quindi solo 2 anni fa, quando sono stati introdotti alcuni bonus per l’acquisto e la ristrutturazione, ma soprattutto quando la gente ha iniziato a comprendere il valore delle condizioni favorevoli nei mutui casa e ha iniziato ad acquistare attraverso i finanziamenti. Tradotto in numeri, nel 2017 le compravendite immobiliari hanno raggiunto quasi quota 550.000.

E le quotazioni?

Ecco un ottimo punto su cui riflettere: ad un aumento delle compravendite immobiliari nel paese non ha fatto seguito un aumento del valore immobiliare, ma bensì un calo del prezzo delle case, continuo, che ha toccato il suo apice nel 2013 con il segno -5.7%.

Tradotto in pratica: il valore delle case nel nostro paese si è svalutato e qui le ragioni sono davvero molte e si intrecciano con l’economia, con la stabilità politica, con la mancanza di lavoro e con diversi altri fattori.

E oggi?

Dalla crisi Lehman Brothers 2008 ad oggi manca ancora molto per eguagliare i livelli di prima e un dato indicativo arriva dai mutui perché se nel 2007 venivano erogati oltre 60 miliardi di finanziamento, attualizziamo non arriviamo a 50 miliardi a livello nazionale.

Ecco che, alla fine della fiera, la strada è stata sì risalita, ma manca ancora molto per raggiungere la vetta, ovvero arrivare ai livelli pre crisi e oltrepassarli, in nome di un mercato immobiliare salubre e ben movimentato.

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