Liberazione fiscale: finalmente è arrivata
Il 3 giugno è stato il giorno della ‘liberazione fiscale‘, ovvero gli italiani hanno smesso di lavorare per pagare le tasse e hanno cominciato a farlo per loro stessi. La liberazionefiscale è una ‘tappa’ dalla natura astratta, ma disegna una condizione molto sentita dagli italiani, ovvero il carico del peso fiscale nel nostro paese.
Ogni anno la liberazione fiscale viene determinata dal CGIA di Mestre, che con l’occasione pubblica dei dati di grande interesse per i contribuenti. Nel corso del 2017 sono serviti 153 giorni di lavoro in media per pagare le tasse e, se si volge lo sguardo al passato, si tratta di ben 38 giorni in più rispetto all’anno 1980.
Liberazione fiscale: il peso del fisco
In soldoni, il peso fiscale si propone attualmente di 5 mesi su 12, con una media di tasse del 50%. Tutti sonoconcordinell’affermare che un simile carico non è accettabile, per varie ragioni, ma soprattutto perché blocca l’economia in generale. Del resto, non è questa la sede per parlare di come lo stato dovrebbe spendere i soldi dei contribuenti ma, a conti fatti, il pesoitaliano non ha eguali in tutta Europa.
Qualche piccolo passo in avanti è stato fatto, con il bonus Renzi del maggio 2014, con l’eliminazione dell’Irap dal costo complessivodel lavoro e con la cancellazione della Tasi. Il cammino si propone però in salita e chi ci rimette è soprattutto il popolo delle partite IVA che non ricevono attenzione ai loro problemi. I liberi professionisti, i freelancer e chi opera in proprio con pochi mezzi non viene aiutato sotto il profilo fiscale, quindi un’intera generazione di contribuenti attivi potrebbe scomparire o diminuire sensibilmente nel corsodei prossimi anni se la situazione non cambia.
723,6 miliardi di euro è il complessivo di imposte, dove le più corpose sono le dirette come l’Irpef, l’Irap e l’Ires alle quali fanno seguito l’IVA, i contributi sociali e le imposte in conto capitale. Forse non c’è da stupirsi che il giorno di liberazione fiscale caschi a metà anno…
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