Il futuro del Mercatone Uno Lodi comincia ad apparire più chiaro ai vertici, ma non ancora ai collaboratori e ai dipendenti italiani, che passeranno delle feste di fine annosicuramente tese. La situazione vede infatti i punti vendita attualmente gestiti in amministrazione straordinaria, prima che vengano definite le operazioni di acquisto da parte di compratori italiani e anche stranieri, come dichiarato dagli sessi commissari che si stanno occupando della vendita degli stabili.
Il Mercatone Uno Lodi, meglio il punto vendita di Pieve Fissiraga rientra fra gli store in vendita, in totale 14 dislocati in diverse aree di Italia. Due settimane fa, in previsione delle feste di Natale, i commissari avevano deliberato l’apertura dei negozi della catena per tutti i fine settimana del mese e nei festivi fino alla viglia di Natale. Lo scopo era di salvaguardare i compendi aziendali in attesa della chiusura del bando contenente le proposte di acquisto vincolanti.
Le proposte sono quindi arrivate e sono in totale sette, provenienti dall’Italia e dall’estero. A dichiararlo i commissari straordinari Ermanno Sgaravato, Vincenzo Tassinari e Stefano Coen che ora valuteranno la migliore in accordo con il Ministeri dello Sviluppo Economico e con il parere del comitato di sorveglianza.
Scopo della vendita Mercatone Uno Lodi
Quale è lo scopo della vendita del Mercatone Uno Lodi così come degli altri store? Di base si tratta di una situazione alquanto delicata, perché l’obiettivo che i commissari si prefiggono è di finalizzare la cessione nel più breve tempo possibile e di garantire la continuità aziendale, quindi di mantenere il migliore livello occupazione e di soddisfare la soddisfazione dei creditori, ovvero di chi vanta crediti nei confronti del gruppo.
Quando avvengono queste vendite straordinarie lo scopo è di appagare tutti gli attori che vi partecipano, cercando al contempo di salvaguardare i dipendenti che, nel caso di Mercatone Uno Lodi sono circa 50 persone che possono contare su una cassa integrazione attiva solo a fino a fine gennaio.
Una vendita di così ampia portata può quindi risollevare il gruppo e dare continuità al lavoro e si svolge in un contesto di commissariamento che, considerando la portata del gruppo e la sua diffusione nazionale, coinvolge anche gli organi statali come il Ministero dello Sviluppo. Ora è il tempo dell’attesa, e della speranza che la vendita si realizzi in modo favorevole per tutti e che possa salvaguardare il lavoro delle persone occupate nel centro lodigiano, così come negli altri punti vendita del territorio nazionale.
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