Oggi vogliamo approfondire un argomento un po’ particolare, ovvero il recuper ourbanistico inteso come valorizzazione delle periferie urbane delle nostre città. Un recente articolo del Sole24Ore ha illustrato la volontà degli architetti di concentrarsi sul queste aree, piuttosto che sui centri storici. Questo è quanto è emerso durante la Festa dell’Architetto 2016,un evento promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti di Venezia e che si è tenuto in concomitanza con la chiusura della 15sima Biennale di Architettura di Venezia. Architetti e periferia: un rapporto di libertàIn occasione della Biennale di Architettura, l’orientamento architettonico ha rivelato quello che potrebbe diventare un vero e proprio trend del futuro. L’attenzione rivolta alle periferie urbane è, infatti, indice della volontà di operare su queste zone, per liberarle dalla nomea di ‘pericolose’ e ‘abbandonate’ e riqualificarle con cura, anche adottando progetti originali.
La location è adatta, perché tutti noi conosciamo i vincoli che devono essere rispettati nei centri storici delle città e dei paesi. I vincoli urbanistici non sono solo una ‘scocciatura’ per chi sta ristrutturando o costruendo casa, ma una base importante di salvaguardia per le bellezze e per l’essenza architettonica del nostro paese.
Ecco che la sete di libertà degli architetti si sta rivolgendo alle periferie urbane, aree che sono spesso poco qualificate, ricche di edifici di ampie dimensioni e che chiedono di essere restaurati o ricostruiti ex novo per combattere il degrado. Le periferie urbane sono, inoltre, abbastanza libere da vincoli di stile e costruzione e regalano quindi libertà di azione ai progettisti sotto questo punto di vista. Da nord a sud sono molti i progetti che vanno verso questa direzione, dalla riqualificazione delle aree Scalo ferroviario ed Ex Falck di Sesto San Giovanni, fino a tanti progetti che coinvolgono il sud del paese e le isole.
Le idee sono molte e sono state raccolte in occasione della Biennale di Architettura in un concorso che ha visto distinguersi progetti di grande valore e interesse. Il tema della riqualificazione delle periferie urbane merita ora di essere tradotto nella pratica, perché secondo gli organizzatori non bastano più i termini come’giovani’, ‘contemporaneo’ e ‘terzo settore’. Le parole adatte devono oggi essere ‘concretezza‘ e ‘risolutezza‘ nel trasformare in edifici belli e vivibili delle situazioniimmobiliari degradate e che, attualmente, non servono a nessuno.
Periferie urbane: le prospettive per l’immobiliare
Il segreto sta quindi nell’impegnodei comuni e nella volontà di mettere in atto dellepolitiche di costruzione che sappiano coinvolgere gli architetti che stanno fortemente credendo nel futuro delle periferie urbane.
Dal punto di vista immobiliare, la riqualificazione delle periferie urbane può avere un impatto di grandi proporzioni sul mercato. Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione, nonché di una corsa verso l’acquisto e verso la ristrutturazione che potrebbe aprire una breccia su un mercato ancora troppo sofferente. Qualcuno deve però partire, quindi l’impegno profuso dagli architetti nella progettazione e l’orientamento dichiaratopossono essere intesi come un buon inizio, come una fiamma di speranza che può portare ad una nuova e innovativa concezione degli spazi urbani delle nostre città.
Immobiliare Maria Pannone è il punto di riferimento nella città di Lodi per chi ricerca una consulenza professionale in materia immobiliare. Per contattare l’agenzia vi invitiamo a impiegare il comodo form presente in questo sito web –> clicca qui per accedere.